lunedì 24 marzo 2008

Conan... il cagnolino buddista!


E' un fervente religioso e non è raro incontrarlo nel tempio buddista Zen 'Shuri Kannondo' di Naha, in Giappone, dove si reca per pregare. A zampe giunte. Già, perché si tratta di un piccolo Chihuahua bianco e nero di un anno e mezzo, un cagnolino che risponde al nome di Conan e che non perde occasione per accompagnare il suo padrone, Joei Yoshikuni, al tempio buddista.

Si posizionano davanti all'altare, Yoshikuni inginocchiato, Conan seduto sulla zampe posteriori e con le anteriori giunte in segno di preghiera. E lo fa tutte le volte che il padrone si inginocchia per pregare. "Penso che abbia imparato guardando me, mentre prego", ha detto Yoshikuni, il padrone del cane.

E, vista la facilità di apprendimento del suo Conan, ora Yoshikuni chiederà al piccolo Chihuahua qualcosa in più: imparare la meditazione, naturalmente a zampe incrociate.

Fonte: RAI Net News

martedì 18 marzo 2008

In Giappone allarme anticendio per i sordi

Svegliarsi con l'odore del wasabi. Il Giappone ha sviluppato un allarme antincendio per sordi che si base sull'aroma pungente del condimento verde giapponese tipico del sushi.
Il marchingegno, se rileva presenza di fumo, spruzza nell'aria una fragranza di wasabi sintetizzato che sveglia anche chi è avvolto nel sonno più profondo. Il professore Makoto Imai della facoltà di scienze mediche dell'Università Shiga, che ha costruito l'allarme in collaborazione con Seems, un'azienda di profumi, ha detto che il rilevatore di fumo potrebbe salvare le vite di chi ha problemi d'udito.
"La percentuale di anziani tra le vittime di incendi è di circa il 50%. Così, lo staff di Seems... ha pensato che l'indebolimento dell'udito potrebbe essere una delle causa del ritardo nella reazione agli incendi", ha detto a Reuters in una e-mail.
Il rilevatore di fumo al Wasabi è stato testato su 14 persone, tra cui quattro sordi. Con l'eccezione di una persona che aveva il naso chiuso, tutte si sono svegliate nel giro di due minuti dalla spruzzata odorosa.
Imai ha detto che la produzione sperimentale di rilevatori al Wasabi partirà nel giro di un anno e il prodotto sarà in commercio entro due anni.

Fonte:
Yahoo! Italia Notizie

martedì 11 marzo 2008

Il Giappone parla sempre più italiano


Lo rivela un’indagine, la prima di questo genere nel Paese asiatico, sulla diffusione della lingua italiana nelle aree metropolitane di Tokyo e Nagoya: i risultati sono a dir poco sorprendenti.
Sono migliaia gli studenti che in Giappone si accostano alla lingua italiana. A rivelarlo è un’indagine, la prima di questo genere nel Paese asiatico, sulla diffusione dell’italiano in Giappone commissionata dall’Ambasciatore d’Italia, Mario Bova, al prof. Fabrizio Grasselli, rappresentante della Società Dante Alighieri in Giappone.
La ricerca, condotta tra la metà del mese di novembre e i primi giorni di dicembre dello scorso anno e relativa alle aree metropolitane di Tokyo e Nagoya, riporta numeri significativi in merito all’interesse degli studenti giapponesi nei confronti del nostro idioma: a livello scolastico sono 5.000 a Tokyo e circa 800 a Nagoya; a livello universitario sono 4.800 negli Open College, ai quali vanno aggiunti i circa 2.000 delle restanti università che offrono corsi di italiano.
Negli ultimi anni si è registrata una forte richiesta anche tra i bambini: nell’area metropolitana di Tokyo sono circa 200 gli alunni di età compresa tra i 3 e i 15 anni che hanno espresso il desiderio di accostarsi alla lingua italiana.
L’interesse crescente del Giappone verso il nostro idioma si nota, oltre che dal punto di vista didattico, anche da quello più semplicemente legato alla quotidianità giapponese: basta trascorrere qualche giorno nel Paese nipponico per notare la presenza di nomi e diciture in italiano, dai ristoranti ai quartieri commerciali, dai prodotti più vari alle riviste. I casi più eclatanti di questa tendenza sono costituiti dalla ricostruzione di una strada italiana a Venus Fort a Odaiba, sulla baia di Tokyo, la nascita di un quartiere italiano a Shiodome e la ristrutturazione di un quartiere veneziano a Nagoya, detto “Italia Mura”.
Una diffusione, quella della nostra lingua, incoraggiata da Istituzioni e scuole giapponesi quale veicolo fondamentale in ambito commerciale e professionale: negli ultimi 15 anni è notevolmente aumentato il numero di studenti giapponesi che frequentano corsi di italiano e che si recano in Italia per studiarlo.

Fonte: www.ladante.it

venerdì 7 marzo 2008

L' Epoca Sengoku


Verso la metà del 1400 il Giappone fronteggiava la più grande crisi politica della sua storia.
Il Giappone era uno stato amministrato dallo Shogun (il generale più forte, consigliere supremo dell'imperatore, ma molto spesso più potente di quest'ultimo) da cui dipendevano i Daimyo, signori locali a cui dava in amministrazione vaste porzioni di terra.
I feudi erano centri di potere autonomi, avevano propri emissari doganali e tributari, un proprio codice di leggi e potevano contare solo su se stessi per imporsi sui vicini più deboli.
Solo 30 feudi su 250 erano abbastanza potenti all'inizio del XVI secolo.
Lo shogunato Ashikaga non fu capace di guadagnarsi la fedeltà di molti daimyo, in particolar modo i più autonomi che avevano i loro domini lontani dalla capitale Kyoto; questi feudi avevano iniziato a esercitare una forte influenza politica e militare, tanto da minacciare e mettere in discussione lo shogunato. Il processo che portò a questo nuovo equilibrio di potere viene detto gekokujo "i subordinati prevaricano i superiori".
L'Era Sengoku o PERIODO DEGLI STATI COMBATTENTI ebbe inizio allo scoppiare della guerra di Onin (1467-1477). Inizialmente questa guerra era solo un conflitto locale fra due daimyo, i più potenti, gli Hosokawa e gli Yamana; presto però il conflitto si estese anche alle altre regioni.
La guerra scoppiò nel 1467 e in pochi mesi devastò Kyoto. Nel settembre 1467 Yamana trovò l'alleanza di un altro potente daimyo, Ouchi Masahiro e il conflitto si allargò. Alla fine del 1467 non c'era ancora un vincitore. Alla morte di Yamana e di Hosokawa, nel 1473, il conflitto andò mano mano soegnendosi e cessò del tutto nel 1477, lasciandosi alle spalle migliaia di morti e Kyoto devastata.
Dopo la guerra di Onin gli Ashikaga persero il loro potere diventando burattini della famiglia Hosokawa. Quando, nel 1493, il reggente Hosokawa fece deporre lo shogun Yoshitane Ashikaga mettendo al potere un altro membro della famiglia, Yoshizumi, iniziò un nuovo conflitto.
Nel 1499 Yoshitane ottene il supporto degli Ouchi. Nel 1507 Matsumoto, reggente degli Hosokawa, fu assassinato e nel 1508 Yoshizumi fu costretto alla fuga; lo shogunato tornò quindi a Yoshitane.
Con la morte di Matsumoto i due figli adottivi iniziarono una guerra per la successione e la famiglia perse il proprio potere. Duarnte i successivi 50 anni molti daimyo approffittarono della crisi per stabilire propri domini indipendenti.
Tra le battaglie svoltesi in questo periodo vanno ricordate quelle tra il clan Takeda e quello Uesugi, quelle di Tokugawa Ieyasu, che unificò la parte ovest del Giappone e le guerre di Oda Nobunaga (1534-1582) sotto cui il Giappone ritrovò un'unificazione almeno parziale.
Nato nel 1534 nella provincia di Owari, nel 1560 Nobunaga consolidò sotto il suo dominio tutti i piccoli clan della regione. Si alleò poi con Tokugawa Ieyasu e Toyotomi Hideyoshi che lo serviranno fino alla sua morte. Nel 1567 vinse la battaglia di Okehazama estendendo i suoi domini oltre la regione di Owari. Nel 1568 conquistò Kyoto e fece eleggere come shogun Yoshiaki Ashikaga, un burattino nelle sue mani. Dopo altre numerose imprese venne assassinato nel 1582, alla sua morte Ieyasu e Hideyoshi si spartirono le province e ciò comportò l'inizio di una nuova guerra civile. Nel 1590 Hideyoshi iniziò le Campagne di Corea, ufficialmente per espandere l'impero, ma in realtà per indebolire i propri avversari politici impegnandoli in una guerra all'estero. Inizialmente i samurai ebbero la meglio, ma quando la Cina iniziò a impegnarsi nel conflitto il sogno di conquista finì.
Hideyoshi morì e fu formato Il Consiglio dei Cinque Reggenti che aveva lo scopo di consegnare l'impero al suo erede una volta che fosse diventato maggiorenne; questo consiglio era in sostanza un senato composto da 5 daimyo, reciproci avversari che non si sarebbero mai accordati. Hideyoshi però aveva sottovalutato un rappresentante: Tokugawa Ieyasu.
Nel giro di due anni dalla morte di Hideyoshi l'impero era di nuovo spaccato. Si erano formate due fazioni, quella di Ieyasu composta da circa 80.000 samurai e quella di Ishida Mitsunari, altro membro del consiglio, con 110.000 uomini. Nella famosa battaglia di Sekigahara del 1600 persero la vita circa 40.000 samurai e Ieyasu trionfò ponendo fine al periodo più sanguinoso della storia dell'impero.
Gli venne concessa la carica di shogun nel 1603 e nacque così lo shogunato Tokugawa che amministrerà il Giappone fino alla seconda metà del XIX secolo. Il 1603 è anche la data in cui, per convenzione, si conclude l'epoca Sengoku e inizia il periodo Edo.